Grano e mais crollano i prezzi

Sono crollati del 60% i prezzi del grano sui valori al di sotto dei costi di produzione che mettono a rischio il futuro della coltivazione, mentre la quotazione del mais perde 17 euro/tonnellata in una sola settimana.

Il tutto tra rincari energetici e costi di gestione aziendale – salgono le voci di spesa per chi si trova a dover condurre o gestire un’impresa agricola. La situazione tocca da vicino anche i cerealicoltori in provincia di Varese, preoccupati dai riflessi che le tensioni geopolitiche ed economiche sul piano internazionale hanno ormai da tempo anche sul territorio.

Il quadro mondiale è chiaro e favorisce le speculazioni sul mercato delle materie prime agricole che – afferma la Coldiretti provinciale – si spostano dai mercati finanziari ai metalli preziosi come l’oro fino ai prodotti agricoli dove le quotazioni dipendono sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre più dai movimenti finanziari e dalle strategie di mercato che trovano nei contratti derivati “future” uno strumento su cui chiunque può investire acquistando e vendendo solo virtualmente il prodotto, a danno degli agricoltori e dei consumatori.

“E’ necessario adeguare subito – osserva il presidente di Coldiretti Varese Pietro Luca Colombo, anch’egli cerealicoltore – le quotazioni del grano duro per sostenere la produzione in un momento difficile per l’economia e l’occupazione. Sul capitolo mais, ci accingiamo alla raccolta dopo questo ulteriore calo, che ha un riflesso pesante per le imprese coltivatrici: calano i prezzi ma non i costi che esse debbono sostenere e la situazione, di conseguenza, rischia di farsi davvero difficile. Occorre inoltre proseguire sulla via tracciata di accordi di filiera con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione, come peraltro già previsto dalla legge”.

La Russia – continua la Coldiretti – ha registrato un nuovo raccolto record di 153-155 milioni di tonnellate di cereali tra i quali la produzione di grano dovrebbe superare le 85 milioni di tonnellate che hanno riempito i silos e invaso i mercati internazionali con il rischio di triangolazioni sulle quali occorre vigilare anche in Italia per evitare il collasso dei mercati. In Ucraina al contrario, considerata storicamente il granaio d’Europa, la produzione di grano dovrebbe registrare, nel 2023/24, un notevole calo, a causa della guerra con la Russia, con il raccolto che dovrebbe – precisa la Coldiretti – attestarsi a quota 17,5 milioni di tonnellate, il livello più basso da oltre un decennio.

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